martedì 28 gennaio 2020

414. allevamenti, crudeltà e malattie!

Esistono obiettive crudeltà di allevamento e macellazione di animali ammassati e esposti per essere scuoiati vivi in emporii come quelli in Cina: una lunga lista non completa di specie che comprende cani, gatti, serpenti, volatili, lupi, pipistrelli, serpenti e scimmie. Per certi “piatti” anche il tipo di consumo può essere molto crudele.
Mettendo da parte l’orrore che solo immaginare tutto ciò può suscitare in gran parte di noi, va valutata seriamente l’ipotesi che le c
ondizioni “disumane”, in cui vengono tenute tutte le “bestie” macellabili, possano aver diffuso o generato una serie di epidemie: sars, influenza aviaria, suina e vaccina, ebolavirus, coronavirus e altro.
Questi terribili mali dei nostri giorni deriverebbero tutti dalle mostruosità che gli esseri umani, in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, infliggono agli esseri "non umani": dalla costrizione a mangiarsi fra simili all’alimentazione forzata degli erbivori con farine animali, sino alla somministrazione di mangimi di dubbia provenienza, di antibiotici e di ormoni.
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha già stigmatizzato da 5 anni l'enorme insalubrità della maggior parte della carne in circolazione.
Questo pianeta ci sbatte in faccia sempre più piaghe, ferite e disfunzioni che non ci decidiamo a risanare.

venerdì 17 gennaio 2020

413. Compendio sul popolo Ainu


Gli Ainu, sono per lingua, tipo fisico e cultura molto diversi dai Giapponesi: oggi sono concentrati a nord del Giappone, cioè in Ezo-Hōkkaido, Sachalin e Kurili. I Giapponesi mongolidi, del tutto assenti in Hokkaido un secolo fa, sono passati in un secolo da zero individui a due milioni.
I paleosiberiani ainu, con fenotipo affine all’australoide e all’europoide, un tempo erano presenti in tutto l’arcipelago nipponico, lì precedentemente stabiliti in orde, in epoca preistorica prima del 12.000 a.C.
Questi Ainu sarebbero verosimilmente i  veri nativi del Giappone, dove la popolazione mongolide arrivò dalla penisola coreana presumibilmente solo intorno al 1000 a.C.
I meticci sono oggi presenti in tutte e due le società ma in quella giapponese tendono a non dichiararsi per la forte xenofobia della popolazione maggioritaria.
La loro società è matrilineare, similmente a quella ebraica originale, mentre la religione originaria è essenzialmente animista, con un’importante festività dedicata al loro totem, l’Orso.
I costumi tradizionali sono vagamente simili a quelli giapponesi ma fatti con tessuti assolutamente peculiari. L’esterno delle loro abitazioni tradizionali è nettamente diverso da quello delle giapponesi, mentre gli interni condividono l’essenzialità.
La cucina ainu risale a prima dell’introduzione del riso nell’arcipelago e le sue preparazioni sono, diversamente da quelle giapponesi, principalmente cotte. Originariamente il loro unico cereale era il miglio, a cui ora viene spesso mescolato il riso.

mercoledì 4 settembre 2019

409. Il Governo 2GUSTI plasma il Paese


Questo Governo Conte minaccia i giornalisti, smonta l'informazione lottizzata della RAI per fare in modo che rispecchi il più omogeneamente possibile le proprie visioni, fa arrestare sindaci che fanno il loro dovere con quel nulla che hanno a disposizione, e ora ci vuole anche depredare i risparmi per finanziare la propria folle politica.
Questa Manovra è talmente scritta col culo (ricorda la riforma costituzionale dello Scemo) da far pensare sia stata così redatta dolosamente, per puntare ad elezioni anticipate.
Alla fine ci rimette solo DiMaio, macchissenefrega.
E il Ministro leghista degl'Interni andrà all'incasso a maggio con i successi contro "negri, zingari e finocchi".
All'orizzonte una dittatura fascista elettiva, come il Ventennio, senza opposizione all'orizzonte e con un ministro della Propaganda che è il più abile di tutti: Rocco Casalino.
Ma le risate che CI facciamo sui social alle LORO spalle seppelliranno NOI.
E intanto il SILVIO dichiara dissennatamente e fantasiosamente di confidare nel fatto che il Ministro degl'Interni si sottrarrà alla subalternità a DiMaio.



compendio di una conversazione tra amici di Marco Squarcini su Facebook

412. Se pare così, chissà come sarà...

"L'interpretazione della realtà è individuale e può non coincidere con quelle degli altri.
Questa sua inconoscibilità genera un relativismo di forme, di convenzioni e esteriorità, da cui deriva un'impossibilità a conoscere la verità assoluta, la cui esistenza risulta non rilevante" 
ref.Pirandello e Kurosawa.

411. La Strada (o Via) Regina

La via Regina era una strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona con Clavenna  (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano)e il nome Regina deriva probabilmente dalla  provincia Romana della Rezia, in quanto la strada conduceva, attraverso la Valchiavenna, nel territorio che corrispondeva pressapoco alla moderna Svizzera. Dal Medioevo prevalse per Regina, il falso etimo collegato al concetto di Regale e Regio > Regina.

martedì 18 giugno 2019

410. Un mondo sempre più perso


I tanti sovranisti al comando nel mondo scatenano con fandonie statistiche l'odio popolare che vien fuori dalla frustrazione diffusa.
C'è un nostro politico che ha basato tutta la sua vita sul cambio-felpa, da giovane "comunista padano" a "secessionista", da Roma Ladrona diventando ora "italiano" (i voti dei Terroni son buoni) e difficilmente scollerà il kulo dagli scranni del Potere. Un iter biografico-ideologico da slalom: sposato - divorziato - concubino - e da devoto del Dio Po a sostenitore della famiglia tradizionale cristiana e baciatore seriale di rosarii. Insopportabile lui e chi lo sostiene.

lunedì 27 agosto 2018

408. Riflessioni sul viadotto di Genova.



Compendio e rielaborazione da un lungo articolo di Giovanni Lamagna.
La caduta del viadotto Morandi sovrastante la Valpolcevera a Genova costituisce una tragedia enorme non solo per i suoi costi umani e materiali rispetto a città, regione e Paese intero, enorme come il suo significato simbolico che segna la fine di una fase politico-economica.
Anche il delitto Moro 40 anni fa, su un piano del tutto diverso, segnò l’inizio della fine della Prima Repubblica che aveva varato, dopo la caduta della monarchia, la nuova Costituzione caratterizzata da antifascismo e diritto per tutti al lavoro: confusione e incertezza politica, con la messa in discussione della Costituzione, sdoganarono sempre di più fino ai nostri giorni i gruppi ispirati al fascismo e al nazismo.
Dopo i "delitti di Stato" degli anni ’70, passati impuniti, negli anni ’90 ci fu la nefasta svolta politica e istituzionale del Paese.
Il delitto Moro non aveva messo in discussione in modo diretto quel Modello-Paese.
Ma il neoliberismo si impose pian piano nei decenni, senza che la politica europea proponesse alternative, sino a diventare Pensiero Unico.
Quel nuovo modello economico prospettò una crescita infinita tramite l’idea di sviluppo e progresso attraverso gigantismo e grandi opere, in consonanza con gli interessi di grandi potenze economiche: in primo piano la FIAT, simbolo trainante dell’industria e di tutta l’economia italiana che inaugurarono il “miracolo italiano”.
Si iniziò con la costruzione delle grandi infrastrutture idroelettriche, delle centrali atomiche e delle grandi autostrade, per prima l’Autostrada del Sole, con le varie tratte locali e interregionali, i grandi viadotti e il progetto del ponte sullo stretto di Messina, più volte accantonato.
La caduta del ponte Morandi a Genova può essere verosimilmente la pietra tombale di questa fase economica nazionale, come lo fu il delitto Moro rispetto alla politica del nostro Paese.
Quei 2 tronconi di ponte simboleggiano anche la spaccatura tra due tronconi di Paese: uno maggioritario, ma i cui interessi contano poco, ed uno minoritario, i cui interessi concentrati però contano molto di più dei primi. Questi 2 tronconi non sono più in grado di comunicare tra loro, come dimostrato dal dibattito vergognoso di questi giorni.
Sotto quelle macerie è rimasto quel modello di economia, a cui la volontà politica delle Istituzioni dovrebbe sostituire un progetto economico alternativo non irrealistico, con un’inversione radicale di tendenza nel ridefinire le priorità, ridestinando per esempio le centinaia di miliardi finora impiegate per le “grandi opere” alle innumerevoli migliaia di “piccole opere” per la messa in sicurezza del nostro Paese.
Purtroppo è probabile che la prossima fase non sia di nuovo in grado di trarre utili insegnamenti dalla conclusione della fase precedente.
Un ulteriore aggravamento della crisi già in atto da decenni potrebbe presentarsi molto presto. In Italia prevale sfortunatamente l’incapacità di fare scelte radicali, se non rivoluzionarie, per invertire le tendenze di 70 anni di politica economica. E questo porta a paventare ulteriori costi umani e materiali.
Il delitto Moro rappresentava la reazione delle Istituzioni alle spinte innovative che portò successivamente a un riflusso culturale e politico: e siamo dentro ancora fino al collo nel gorgo del neoliberismo mangiatutto.
Quei pilastri di calcestruzzo logorati dal tempo, crollati per colpa evidente dell’incompetenza e dell’incuria delle classi dirigenti di questi ultimi 70 ann, sono i testimonii di quanto quel modello di “sviluppo” non funziona e non può funzionare più.
Il Paese cade a pezzi, dissestato idrogeologicamente, con scuole senza messa in sicurezza, ponti e strade usurati al limite.
Sono anni che disastri analoghi a quello di Genova si stanno verificando. Ma qui c’è stata la strage. Le grandi opere arricchiscono poche grandi imprese, le piccole opere non sono funzionali agli interessi di queste stesse grandi imprese, ma l’inversione di tendenza nei disastri e nelle priorità ha bisogno di un cambiamento radicale dell’orizzonte culturale e politico.
Sarebbe il popolo a dover essere consapevole della necessità di questo cambiamento: risulta essenziale farsi rappresentare da forze politiche non al soldo delle grandi imprese come invece è successo da destra a sinistra in questi '70 anni di repubblica.
Ma risulterà molto difficile uscire da questo modello di sviluppo internazionale, simile a un boa constrictor.

mercoledì 20 giugno 2018

407. Compendio "La madre di Cecilia" dai Promessi sposi.



Scendeva da una di quelle soglie diretta al convoglio una donna, d’aspetto giovane ma maturo e d’una bellezza non guasta, ma offuscata da un gran patimento e da un abbandono mortale: era il tipo di bellezza che brilla nel sangue lombardo.
L'incedere era affaticato ma non malfermo e gli occhi portavan segno d'aver pianto tanto, per un dolore profondo ma pacato, di un’anima conscia di provarlo.
Ma la pietà che ispirava era anche data dalla bambina che portava in collo di forse nove anni, morta, ma tutta ben accomodata e pettinata, con un vestito candido, come agghindata per una festa.
Non la teneva sdraiata ma seduta su un suo braccio, come fosse stata viva.
Ma una manina bianca come la cera penzolava da un lato e il capino stava abbandonato sulla spalla della madre.
Un monatto volgare fece per levarle la bambina dalle braccia, però con un'esitazione involontaria. E quella, scostandosi senza stizza né disprezzo, disse: "Non toccarmela per ora, devo metterla io sul carro: prendi." E aprì una mano, lasciando cadere una borsa in quella che il monatto le tese. Poi continuò: "Promettimi di non levarle nulla di dosso né di lasciare che altri osino farlo, e di metterla sotto terra così."
Il monatto si mise una mano sul petto, tutto premuroso e quasi ossequioso, più per quell’emozione che ora quasi lo soggiogava, che per l'inattesa ricompensa, e si mise a far un po' di spazio sul carro per la morticina.
La madre, datole un bacio in fronte, la accomodò lì come su un letto, la coprì con un panno bianco e le disse le ultime parole: "Addio, Cecilia, riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restar sempre insieme”.

giovedì 31 maggio 2018

406. Italiani e Greci raggirati, ma non i loro Governi.


Compendio da un articolo di Andrea Zoppolato.
L'Europa germano-centrica, quando fece entrare nella zona-euro Italia e Grecia, molto più indebitati degli altri, già sapeva che tutti i Paesi avrebbero avuto le stesse condizioni tranne i due indebitati che partendo con un debito maggiore ora si trovano a pagare interessi più alti degli altri.
Dunque averci permesso di entrare nella moneta unica e in uno spazio di affari comune è stata una furbizia scellerata che ci ha danneggiato, perchè l’Italia oggi è in crisi non per quello che ha fatto dopo l’entrata ma a causa di quello che ha fatto prima di entrare. Ma bisogna ricordare che nel 1953 e nel 1990 la Germania venne “graziata” con enormi cancellazioni di debiti dal resto d’Europa.

martedì 27 marzo 2018

405. Pasticcio di patate alla napoletana.


Ingredienti:
patate 500 gr
2 o 4 ciliegine di mozzarella
Salame fresco e prosciutto cotto dai 50 ai 100 gr
Grana grattato 4 cucchiai
Uova 2
Olio, pepe, sale e pangrattato q.b.


Procedimento:
Lessa le patate, dopodiché scolale e sbucciale ancora calde, quindi schiacciale subito in un recipiente. A parte sminuzza la mozzarella e i salumi. A questo punto aggiungi uova, pepe, sale, olio e grana grattato alle patate.
In ultimo aggiungi mozzarella, salumi, 2 cucchiai di grana e un filo d'olio, e rimescola.
Accomoda il composto nella teglia unta e cosparsa di pangrattato. Infine livella il tutto con una spatola.
Spolverizza la superficie con un miscuglio di pangrattato e gli altri 2 cucchiai di gra
na.

Rifinisci con un filo d'olio e cuoci in forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti.

martedì 6 febbraio 2018

404. Gésa de San Satiro


A intra’ den San Satiro, gésa del '400 in via Turin a Milan, se véd sùbit  dré l’altar, un abside bel grand, coi sò colònn e decorassion.

Ma se se riva  visin a l’altar  se ved che lì se passa nò perché gh’e’ nò el spassi. L’abside de 9 méter e 70, studiaa in del proget originaal, l’e’ staa nò realisaa perche’ g’han minga avuu i permess.

E alora Donato Bramante l’ha studiaa la manéra de giuga’ cola prospetiva e l’ha creaa on abside de doma’ 97 centimetri.

On capolaoor inaspetaa tra i pusè bei de Milan e d’Italia.

mercoledì 6 dicembre 2017

403 - polpette spicce

trita di manzo - 3 hg
1 uovo
2 spicchi d'aglio schiacciati
lenticchie cotte - 1 cucchiaio
pangrattato - 4 cucchiai
concentrato di pomodoro - 1 cucchiaino
olio / sale / pepe
Impasta tutti gli ingredienti ben bene in un'ampia ciotola e lascia riposare coperto per un'oretta fuori dal frigo. 
Se occorre aggiusta la consistenza con poca acqua, o con poco pangrattato, o con un cucchiaio di fiocchi di patate, e forma polpette della grandezza di una noce, e friggile a fuoco altissimo nell'olio bollente per un minuto, dopodiché abbassa drasticamente la fiamma e lascia soffriggere coperto e scoperto per 15 minuti girando più volte per una cottura omogenea.

mercoledì 27 settembre 2017

402. Combattere il razzismo secondo Furfaro.

"A me non frega un ca22o se muoiono o stanno male. A me fanno schifo. Io sono nata in Italia, loro in Africa. Che ci restino, anche a morire. A me fanno schifo, che muoiano là, non voglio nemmeno vederli questi negri!".
Una donna con bambino in un supermercato romano inizia così una scenata razzista, a cui assiste Marco Furfaro che perde la testa e inizia a urlarle contro, dicendo che sta insegnando a quel bambino la disumanità e la barbarie e che con gente come lei questo Paese gaserebbe ancora le persone e  segregherebbe ancora la gente per razza e religione.
Ma un uomo che aveva visto tutta la scena guarda rassegnato Furfaro e dice: "Ché credi, questo è il tuo Paese".
Questa rassegnazione di uno pur d'accordo con Furfaro e schifato da parole come quelle, è la cosa più deprecabile e triste, proprio secondo Furfaro: costui voleva dire di arrendersi per viver meglio.
Ma Furfaro pensa che la democrazia di questo Paese ancora c'è perché c'è stato e c'è chi non s'arrende. Ma è facile sedersi dalla parte dell'odio o del mutismo.
Compendio di un post di Marco Furfaro su Facebook. 

sabato 8 luglio 2017

401. hommos / salsa di ceci e di puré di sesamo

Ingredienti:
  1. 150 gr di ceci lessati
  2. 70/80 gr di salsa tahina.
  3. 1 limone spremuto.
  4. 5 cucchiai di olio.
  5. 1 spicchio di aglio.
  6. 1/2 cucchiaino di cumino in polvere (facoltativo)
  7. 1 pizzico di sale.

lunedì 19 giugno 2017

400. Zenzero fermentato

conserva di zenzero fermentato che aiuta a prevenire cancro. artrite, glicemia e colesterolemia. 

Ingredienti:

  • 2 cucchiai di radice di zenzero, grattugiata
  • 2 cucchiai di zucchero (qualsiasi zucchero integrale)
  • ½ tazza di acqua filtrata
  • Un barattolo da circa 1 litro o da 2 litri (o altro)

Istruzioni:

Assicurati che l’acqua sia a temperatura ambiente, così da far sciogliere rapidamente lo zucchero e mescolare gli ingredienti. Copri con un tovagliolo di carta o stoffa, e lega con un elastico. Più o meno ogni ventiquattro ore, dovresti aggiungere tutti gli ingredienti sopra elencati, nuovamente. Non scartare nulla, ma continua ad aggiungere. Assicurati che sia areato, mescolando di tanto in tanto. Dopo un po’ di tempo, dovresti notare una certa effervescenza. Controlla attentamente che nulla stia crescendo all’interno del contenitore, ogni tanto. Alla fine della settimana, avrai ottenuto un ginger bug da poter aggiungere ad un bicchiere d’acqua, come digestivo.

mercoledì 14 giugno 2017

399. RÖSTI

RICETTA SVIZZERA - RÖSTI : Lessa al dente le patate, poi passale in  con la una grattugia a buchi allungati e poi friggile con burro (o olio), sale e pepe.

domenica 2 ottobre 2016

398. Compendio di una conversazione del 2012.

"Qualcuno chiedeva un motivo per non votare Matteo Renzi alle Primarie. E’ vero che c'è bisogno di aria nuova, ma che sia di qualità, e francamente l’aria di Renzi è inquinata d’azzurro berlusconiano e di anidride solforosa e il suo programma si esaurisce praticamente al fatto che è più giovane degli altri! Renzi è un problema già accantonato per quel che mi riguarda: ma potremmo davvero decidere di andare in cabina a pettinare le bambole con Bersani????? Allora meglio Vendola, DiPietro o spararsi nel perineo!!"

397. Vacanza completa del 2009 a Creta.



Il 18 agosto, giornata piena di Iraklion, archeologia, Cnosso, Minosse.
Avrei potuto sognare, la notte seguente, principi dei gigli, colonne rosse, asce bipenni, le corna stilizzate del minotauro, labirinti.
E invece solo falce e martello e la Pivano appena morta.
21 agosto: compiere gli anni a Creta, alle 6 del mattino, non contarli, respirare sotto il sole, tra pietre, sole sfuggente e iodio, al tramonto vento e acqua che lìtigano: un bel compleanno!
Tò Nissì: pomeriggio con l'eco, nell'atrio dell'albergo. Grande spazio arioso con qualche fiato caldo.
Una Bette Midler biondissima e troppo alta, al bancone. Vento nelle tende come alla reggia di Itaca.
Nessun Ulisse, nessuno dei Proci, nessun Telemaco. Ma neppure Penelope si fa viva.
Dopotutto siamo a Creta, ma neppure arriva Minosse: comunque è l'Itaca immaginata.
A Màlia: anfiteatro collinare a mammelle, aperto verso il mare a settentrione, a levante l'immenso fossato di un antichissimo insediamento ritrovato: un enorme scoglio è il suo riparo dal mare rissoso.
Dal rilievo al litorale sabbioso oltre a tracce umane recenti da ignorare, solo canneti, olivi e conifere basse e affaticate: come si fosse da Circe o da Calipso.
A cercare, forse, ci sarebbe pure sesso, ma la vera goduria oggi per me è l'aria e il sole e la voglia di assopirmi nel mito.
Calvarii sorgenti dall'acqua marina, lago e golfo insieme: smerigliato il cielo, grigia la roccia e blu il mare striato.
Grandi bonsai orlano le minuscole spiagge, separandole dalle piccole costruzioni cubiche, quasi ghiaccio seminato in giro, alternate a scalette di varie forme, palme, ulivi e buganvillee.
Rispetto al mare aperto di Creta, in questo posto le imbarcazioni riposano sicure, ma anche con questo vento sottotono, nei locali all'aperto i conti vengono presentati ai clienti "sottovetro". Strani come gli ombrelloni trasparenti: dopo vent'anni via da Creta, ho scoperto Aios Nikòlaos.
Strada nel deserto roccioso da Iraklio a Rètimno: terra e sassi rossi ravvivati da siepi e rovi spontanei, agavi in fiore, pini, fichi e alloro. Capre sbranano in gruppo la pubblicità di cartone di una marca di sigarette: pare un film di Antonioni.
In vista la città, l'antica Castelvecchio, dominata da un piccolo altipiano tutto fortificato in modo prezioso, imponente e spartano, dalla pietra ocra di queste parti.
Capperi, pini marittimi, oleandri, olivi, fichi d'India e palme sopravvivono negli ampi spazi assolati tra un camminamento, una chiesetta, un torrione, uno scavo, un arsenale e mucchi di sfere di marmo.
Da questa fortezza la vista del mare e della cittá e' impagabile.
Ma giù in città si respira allegria, a passeggio per il centro antico, coi porticcioli e le aiole di salvia e basilico nano.
Riviaggiare verso levante intorno alle cinque mi spiace davvero.
Creta ci saluta al sole, con chiacchiere greche, ceke, inglesi e italiane, e una brezza profumata di spezie e aromi.
Il vento da bandierina rossa, stabile da giorni, stamani era svanito.
Mi manchera' la cantilena cretese, tra sardo, croato e veneziano.
E i gatti, sempre un po' rossicci, e i cani da caccia nomadi, socievoli, di ogni colore e taglia, e la presenza a tratti assordante delle cicale onnipresenti, e i colori mutevoli di mare e cielo e quello di rocce e terra.
Si riparte prima dell' alba, dallo stesso atrio della reggia di itaca gia' immaginato il primo giorno.

lunedì 12 settembre 2016

396. traduzione di poesia genovese

Iluxion d'esse - poesia di Claudia Coniglio

Quande nascemmo ne tàggian l'ombrisallo
Arvimmo ioeuggi e comensemmo o ballo
intel'insertessa cu segge corto o longo
serchemmo de balla' finn-a in fondo,
a sinquantanni cominsemmo a capi'
che tuti quanti semmo apeixi an fi
e come tanti marionetti se mescemmo
credeindo d'esse quello che no semmo
e quelli che s'ilùdan d'esse chissachi'
pin de superbia e pin de presumi'
no peinsan che o fi o se poeu rompi'...




Illusione d'essere
Quando nasciamo ci taglian l'ombelico
Apriamo gli occhi e cominciamo il ballo,
nell'incertezza se sia corto o lungo
cerchiamo di ballare sino in fondo,
a cinquant'anni cominciamo a capire
che siamo tutti quanti appesi a un filo
e come tante marionette ci muoviamo
credendo d'esser quello che non siamo
e quelli che s'illudon d'esser chissà chi
pieni di superbia e presunzione
non pensano che il filo si può rompere

venerdì 9 settembre 2016

395. Zuppa d'avocado fredda.

Ingredienti: 2 avocado, 250 ml di iogurt intero o di soia, 50 grammi di semi di zucca, uno spicchio d’aglio, un cipollotto, un limone (scorza e succo), 3 rametti di aneto o di finocchietto, coriandolo in polvere, tabasco o peperoncino, olio extravergine d'oliva, acqua, sale.
Taglia a cubetti la polpa dei 2 avocado, e aggiungi iogurt, aglio e cipollotto a fettine, gli aromi, 4 cucchiai di succo di limone, un po' di scorza grattugiata e un filo d'olio. 
Frulla tutto fino ad avere un composto liscio. 
Se lo riteni necessario, per ammorbidire la consistenza, unisci un po' d'acqua e aggiusta di sale. 
Metti il composto in frigorifero a raffreddare. 
Servi la zuppa, con crostini a parte, fredda e guarnita coi semi di zucca e una spolverata di paprika.

domenica 17 luglio 2016

394. Compendio su Berlino: vacanza da solo (2009).

La Pension Kettler di Berlino si trova nella zona ovest, a Charlottenburg accanto a Wilmersdorf, vicinissima a uno dei tanti trafori del bastione circolare dell'antica metropolitana sopraelevata, tutt'ora funzionante. E' gestita dalla proprietaria Isolde Josipovici, in tutto 6 stanze per gli ospiti in questo appartamento d’altri tempi, che trabocca di soprammobili, carabattole, vecchie fotografie personali e ritratti di ospiti passati di lì, oltre che di arte eclettica.
La mia stanza, per me solo, era spaziosa e sexy come un boudoir d’altri tempi, mi pare con un gran letto biedermeier, tappezzeria rosa alle pareti e un bovindo di 3 finestre affacciate su un giardino interno, ma la dotazione più apprezzabile di quel posto era proprio la cordiale padrona di casa: in gioventù modella e artista giramondo, poi instancabile paladina della conservazione e difesa delle fontane storiche di Berlino, per questo famosa in città come Brunnenfee, la Fata delle Fontane! Che peraltro ammannisce colazioni fantastiche e personalizzate.
A Berlino m'hanno emozionato i Musei, quello del Muro, quello dell'Olocausto, e quello Egizio. M'hanno dato un gran senso di libertà i grandi viali e la sconfinata piazza Potsdam col suo Centro commerciale con un altissimo atrio di cristallo, aggregato a edifici preesistenti. Mi dicono che quella sterminata distesa, allora in riallestimento, è attualmente dominata da una grande fontana moderna e da molte costruzioni futuristiche. La visita al checkpoint Charlie invece mi comunicò in modo violento la grande sofferenza umana accumulata negli anni da quel luogo.

mercoledì 25 maggio 2016

393. Economie alternative per salvarci


A partire dalla fine del 2014, terminate le risorse rinnovabili, si sarebbe dovuto cominciare a fare i conti con un nuovo deficit, difficilmente recuperabile, quello ecologico.
Chi s'occupa di biodiversità vorrebbe diffondere questi dati a grandi titoli, perché finora la gente non s'è ancora resa conto che l'inversione dell'autodistruzione planetaria in corso può essere evitata solo da un ribaltamento della logica politica tanto sbandierata, basata su ricrescita dei consumi, sviluppo economico e sfruttamento delle risorse come ricetta anti-crisi.
Invece la riduzione di consumi e produttività può limitare drasticamente inquinamento e sprechi, per riprender tempo per se stessi e spazio ambientale, lasciando che il pianeta rigeneri piante, atmosfera e modi di vivere.
Rendiamoci conto che le ideologie si auto-negano ma ci continuano a governare: è imperativo sostituire la politica consumistica dominante e sempre più dilagante con una scienza sociale che s'ingegni a portarci nel più breve tempo possibile a una rete interconnessa di microeconomie autosufficienti, rivalutando la biodiversità, il riciclo, la riparazione e il ricupero assieme a vecchi mestieri e pratiche, per uscire dal consumismo, dalla manipolazione genetica delle colture, dal circolo vizioso degli allevamenti intensivi, dalla schiavitù animale, e dalla dipendenza dai combustibili fossili che hanno inquinato fin qui l’ambiente e la nostra salute. E' urgente per non distruggerci.
Si tenga conto che è stato calcolato che se il livello dei consumi di tutta la popolazione terrestre fosse ora pari a quello degli Statunitensi, l'ecosistema sarebbe imploso quest’anno: ma Menzogna e Dogma sono le armi mediatiche più in voga, e sono in grado da sole di scatenare guerre vere.
“Menzogne” sono le campagne mediatiche sfrenate contro o a favore di individui, luoghi e avvenimenti, basti pensare a Expo2015, alla Grecia da salvare, alla Puglia Infetta, a Hillary Rodham-Clinton, agli Studi di Genere, all’efficienza Renziana, alla persecuzione di Berlusconi e dei suoi beni,  e a tanto altro.
Il “Dogma” sono le campagne religiose e politiche che strombazzano la cattiveria dei Giudei, il terrorismo dei Palestinesi, l’arroganza pacifista dei Cattolici e di gran parte dei Cristiani, l'immoralità dell'Occidente, la disonestà italiana, l’imperialismo Statunitense e Russo, la mentalità coloniale Francese e Britannica, la spregiudicatezza capitalista cinese e la santità jihadista del Califfato, tutte campagne contrapposte di Terrore Globale.
Una realtà forte e pregnante con un consenso cospicuo è la campagna di un pacifismo costruttivo per sopravvivere tutti insieme su questo pianeta da salvare in extremis con consumi sostenibili: purtroppo non fa cassa per nessun potente.
Con questo obbiettivo, un laicismo globale, lucido e privo di pregiudizi potrebbe governare i Popoli salvandoci dall’autodistruzione.
fonti:
http://www.giornalistinellerba.it/
http://ilmanifesto.info/
www.beppegrillo.it
press.slowfood.it
wabesmemo.blogspot.it

mercoledì 4 maggio 2016

392. pizza turca / lahmacun


In una ciotola versa 400 gr. di carne trita di manzo, 1 cipolla tritata finemente, 2 spicchi d’aglio in puré,  1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, un piccolo ciuffetto di prezzemolo o coriandolo tritato, sale, pepe e paprica dolce.

Mescolando con cura, versa olio d’oliva lentamente finché il composto risulti spalmabile.

Dopodiché cuocilo in una larga padella antiaderente ben calda per circa 1 minuto, mescolandolo ancora.

Poi spalmalo su 4 basi da pizza e inforna.

Una volta cotte vi si può aggiungere una piccola guarnitura di lattughino, pomodori, cetrioli e tzatziki o guacamole.

P.S. La carne potrebbe essere sostituita con mezzo chilo di lenticchie già cotte e scolate.  

mercoledì 24 febbraio 2016

391. traduzione

Credenti, Atei o Agnostici, le vere persone di buona volontà non praticano la supremazia religiosa, come da cronaca recente e storica di solidarietà inter-religiosa, su gente che si protegge a vicenda dal Califfato,  dai neofascisti, dai nazisti, dai comunisti, dai dittatori e da ogni razzismo segregante.  
Nel frattempo la Cina Popolare a cavallo tra il 2015 e il 2016 si adegua alla paura globale della supremazia islamista varando nuove norme anti-terrorismo, blindando il potere statale e partitico, e limitando al minimo il diritto di cronaca: non più paritaria nè egualitaria nè solidale, di sicuro liberista, affaristica e repressiva, per sentirsi parte del Dissennato Consesso Liberista, che sta portando il pianeta allo sfascio.
Nel gorgo del Califfato globalizzante intanto, Pùtin, Erdoğan, Àssad, AbuBaghdadi e tanti altri lestofanti e assassini di civili inermi, si combattono tra loro con armi e menzogne, praticando nelle rispettive patrie la repressione più bieca, col beneplacito di quasi tutti i paesi occidentali che accettano di anteporre ai diritti civili gli interessi finanziari, petroliferi e territoriali!

Believers, Atheists or Agnostics, the real people of goodwill do not practice religious supremacy, as performed by recent and historical reports about inter-religious solidarity, of people who protect each other from the Caliphate, from neo-fascists, from Nazis, from Communists, from dictators and from any apartheid.
Meanwhile, mainland China at the turn of 2015 and 2016 aligns with global fear of Islamist supremacy by launching new anti-terrorism legislation, bulletproofing its State and CCP powers and minimizing Press Freedom: nomore equality neither equity nor solidarity, but certainly liberism, repression and hard business to feel part of the Insane Liberist Forum, currently carrying our planet in shambles.

Besides, Putin, Erdogan, Assad, AbuBaghdadi and many other swindlers and murderers of innocent civilians, in the maelstrom of global Caliphate, fight each other with weapons and lies, practicing sinister repression in their homelands, with the consent of almost all western Countries, that agree to give priority to financial and petrol and territorial interests rather than to civil rights.

http://wabesmemo.blogspot.it/2015/12/732-religioni-affari-e-violenza.html

390. Gulash vegano (ricetta)

Per il il gulash vegano in pentola a pressione: 4 hg di cipolle miste affettate (rosse-bianche-cipollotti) ad appassire in 2cucchiai d'olio d'oliva per 5minuti, poi aggiungere 1tazza d'acqua con 1cucchiaio scarso di paprika in polvere, 1 cucchiaino di cacao amaro, 1 cucchiaino di okra o semi di coriandolo in polvere e una bella presa di sale fino.
Chiudere ermeticamente la pentola a pressione a calore massimo e al fischio mettere al minimo e far andare per 15 minuti dopodiché spengere. 
Tener aperta la valvola per sfogare il vapore alla svelta per poter riaprire il coperchio e aggiungere 4 hg di patate sbucciate a pezzi con 2 o 3 spicchi d'aglio a fettine e se occorre 2 cucchiai d'acqua e richiudere sul fuoco al massimo, e al fischio abbassare al minimo e spengere dopo 4 minuti, lasciando la pentola chiusa a sfogare a poco a poco.
Alla fine ci si può aggiungere il basilico per aggiungere aroma e freschezza.
Queste dosi sono per 2 o 3 persone al massimo.

lunedì 7 dicembre 2015

389. Cassoeula de castegn.

La mia versione del bottaggio di castagne per 2 persone.
Ho messo a rosolare brevemente in un giro d'olio d'oliva 5 ciuffetti di verza scura fatti a pezzi, con una cipolla bianca a pezzi e un grosso spicchio d'aglio a fettine.
Ho aggiustato di sale e allungato il tutto con una tazza abbondante d'acqua.
Dopo 20 minuti di stufatura a fiamma bassa ho aggiunto 2 cucchiaini di paprika in tubetto e 2 etti di castagne già lessate e alzato per 1 minuto il fuoco per poi riabbassarlo al superminimo, per altri 15 minuti.  
Ho guarnito con qualche foglia di basilico a striscioline, che aggiunge aroma.
L'ho servito ben caldo con polenta taragna senza formaggio.

La me' riceta de la cassoeula de castegn, per du.
Hoo rosolaa apena on poo cont on gir d'òli 5 casc gròss de vérza scura, na scigola a tòc e na gròsa fésa d'ai a fetinn.
Poeu hoo regolaa de saa e slongaa co na bela tassa d'acoa.
Dopo 20 minut de stufadura a fiama bassa g'hoo giontaa du cugiarit de paprika in tubet e du eti de castegn less e ho alsaa el foeug per on minut e hoo lassaa coeus anmò per on coardora al minimìssim.
A la fin na coai foeuia de basìlic fada giò per on poo pussé de profum.
Sta cassoeula la va compagnada con polénta taragna, con minga formagg ma con dénter on poo d'òli.

venerdì 13 novembre 2015

388. Rolfing, marchio registrato


Particolare fisioterapia eterodossa che prende nome da Ida Rolf che la ideò dal 1920.
Si tratta di un sistema olistico di manipolazione dei tessuti molli e delle fasce muscolari, e di educazione al movimento, teso a organizzare tutta la struttura corporea rispetto alla forza di gravità.
Secondo i sostenitori di questa terapia, i pazienti con problemi di mal di schiena, artrosi e contratture condizionanti, quando trattati, assumono una postura migliore, aumentano in altezza e si muovono meglio in seguito alla correzione di tono e consistenza alterati dei tessuti molli.
L’obbiettivo originale della Rolf era aiutare il disabile cronico incapace di trovare aiuto altrove, focalizzandolo sulla propria riposturazione.
In origine questo metodo era chiamato rilassamento posturale o integrazione strutturale.

venerdì 25 settembre 2015

387. L'apprezzamento sincero dell'Enterprise di JeanLuc Picard da parte di un giovane compagno di StarTrek Fan Club.

d'estate, anche se dovrei dire nottate, quando i miei coetanei le passavano nelle disco o ad "alcolizzarsi" in qualche pub: erano bar ma, cosa vuoi, faceva figo chiamarli cosi..
E in una di queste serate mentre guardavo Italia1 mi capitò di vedere lo spot di una nuova serie di fantascienza, Star Trek The Next Generation, non la conoscevo, anche se mi ricordavo di aver visto la serie classica, e rimasi lì imbambolato per tutto lo spot e quando finì ero gasato come Ultimate Warrior quando entrava sul ring...
Ero stracontentissimo che una serie erede di un classico fosse arrivata ad aggiungersi a quelle che già vedevo su quel canale: a quei tempi seguivo Flash, Lucky Luke, i telefilm della Guerra dei Mondi e appunto "Notte Horror con Zio Tibia".
Era come una manna dal cielo, la ciliegina sulla torta dei miei programmi preferiti, e quando iniziò ero davanti alla tv come un novello esploratore davanti ad un mistero che si svelava, quante emozioni stavo vivendo, a quanti misteri mi trovavo davanti.
Star Trek TNG non era un semplice telefilm come quelli di oggi, ma rappresentava un mondo pieno di fantasticherie, di poesie, di amore per l'avventura.
Era pieno di fascino e di insegnamento come non te ne danno neanche a scuola.
Scienza, rispetto della diversità, scoperte scientifiche: a scuola di queste cose non me ne hanno mai parlato, eppoi c'era anche la sfida, la battaglia, un po' di raggi ed esplosioni, anche quello ci vuole...
Con la serie StartrekTNG son cresciuto nel periodo dell'adolescenza, ed è quella che ricordo meglio, e mi ha reso diverso e migliore rispetto ai miei coetanei e indubbiamente alla gioventù odierna.
La sento più vicina, e anche se ormai è finita da anni, non la dimenticherò mai, rimarrà sempre con me, come il miglior amico che abbia mai avuto: " ieri oggi e domani.">

martedì 1 settembre 2015

386. Vacanza 2009 a Creta.


15 agosto 2009 - In mezzo al mare, a Creta col vento, tastiera straniera: giunte col vento notizie strane di censura e di cesura, ansia di chiarezza.
 
19 agosto 2009 – MINOSSE:  Una giornata piena di Iràklion, archeologia, Cnosso e Minosse.  Avrei potuto sognare stanotte Prìncipi dei Gigli, Arianne, colonne rosse, asce bipenni, le corna stilizzate del Minotauro, Labirinti. E invece solo falce e martello e Fernanda Pivano appena morta.
21 agosto 2009 - INVECCHIARE - Compiere gli anni a Creta, alle sei del mattino, non contarli, respirare sotto il sole, tra pietre,  sole sfuggente e iodio, al tramonto vento e acqua che litigano, un bel compleanno.
22 agosto 2009 – Albergo The Island a Ghuves - Pomeriggio con l'eco, nell'atrio dell'albergo. Grande spazio arioso con qualche fiato caldo. Una Bette Midler biondissima e troppo alta, al bancone. Vento nelle tende come alla reggia di Itaca. Nessun Ulisse, nessuno dei Proci, nessun Telemaco. Ma neppure Penelope si fa viva, dopotutto siamo a Creta, ma neppure arriva Minosse. Comunque è l'Itaca immaginata.
 
23 agosto 2009 - MàLIA SPIAGGIA OMERICA - Anfiteatro collinare a mammelle, aperto verso il mare a settentrione, a levante l'immenso fossato di un antichissimo insediamento ritrovato: un enorme scoglio è il suo riparo dal mare rissoso.
Dal rilievo al litorale sabbioso oltre a tracce umane recenti da ignorare, solo canneti, olivi e conifere basse e affaticate, come si fosse da Circe o da Calipso.
La vera goduria oggi per me è l'aria e il sole e la voglia di assopirmi nel mito.
 
24 agosto 2009 – Un po’ di lago a Creta
Calvarii sorgenti dall'acqua marina, lago e golfo insieme. Smerigliato il cielo, grigia la roccia e blu il mare striato.
Grandi bonsai orlano le minuscole spiagge, separandole dalle piccole costruzioni cubiche, quasi ghiaccio seminato in giro, alternate a scalette di varie forme, palme, ulivi e buganvillee. Rispetto al mare aperto di Creta, in questo posto le imbarcazioni riposano sicure, ma anche con questo vento sottotono, nei locali all'aperto i conti vengono presentati ai clienti "sottovetro". Strani come gli ombrelloni trasparenti. Dopo vent'anni via da Creta, ho scoperto Aios Nikòlaos.
 
26 agosto 2009 - RèTIMNO -
Strada nel deserto roccioso da Iraklio a Rètimno: terra e sassi rossi ravvivati da siepi e rovi spontanei, agavi in fiore, pini, fichi e alloro. Capre che sbranano in gruppo la pubblicità di cartone di una marca di sigarette: pare un film di Antonioni.
In vista la città, l'antica Castelvecchio, dominata da un piccolo altipiano tutto fortificato in modo prezioso, imponente e spartano, dalla pietra ocra di queste parti.
Ciuffi di capperi, pini marittimi, oleandri, olivi, fichi d'India e palme sopravvivono negli ampi spazi assolati tra un camminamento, una chiesetta, un torrione, uno scavo, un arsenale e mucchi di sfere di marmo.
Da questa fortezza la vista del mare e della cittá e' impagabile.
Ma giù in città si respira allegria, a passeggio per il centro antico, coi porticcioli e le aiole di salvia e basilico nano.
Riviaggiare verso levante intorno alle cinque mi spiace davvero.
 
28 agosto 2009 - ULTIMO GIORNO A CRETA 
CRETA CI SALUTA AL SOLE, CON CHIACCHIERE GRECHE, CEKE, INGLESI E ITALIANE, E UNA BREZZA PROFUMATA DI SPEZIE E AROMI.
IL VENTO DA BANDIERINA ROSSA, STABILE DA GIORNI, STAMANI ERA SVANITO.
MI MANCHERA' LA CANTILENA CRETESE, TRA SARDO, CROATO E VENEZIANO.
E I GATTI, SEMPRE UN PO' ROSSICCI, E I CANI DA CACCIA NOMADI, SOCIEVOLI, DI OGNI COLORE E TAGLIA, E LA PRESENZA A TRATTI ASSORDANTE DELLE CICALE ONNIPRESENTI.
E I COLORI MUTEVOLI DI MARE E CIELO E QUELLO DI ROCCE E TERRA.
SI RIPARTE PRIMA DELL' ALBA, DALLO STESSO ATRIO DELLA REGGIA DI ITACA GIA' IMMAGINATO IL PRIMO GIORNO.